STORIE





Un giovane americano andò in Germania a studiare filosofia. S'incontrò con un noto professore di filosofia e gli domandò:
Signor professore, non ha un corso breve di filosofia ? Voglio finire il corso di filosofia in sei mesi. Il professore ci pensò un po' e gli rispose:
Abbiamo un breve corso di filosofia, ma devi sapere che per creare una zucca la natura usa sei mesi, ma per creare una quercia, usa cento anni.


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Un semplice pastore viveva su un'isola solitaria. Pregava sempre Dio a modo proprio: posava il suo vincastro per terra e lo scavalcava. Quando saltava da un lato e poi dall'altro, diceva:
Dio lo faccio per te. – Questa era la sua preghiera sacra.
Una volta si avvicinò accidentalmente all'isola un bastimento e fece scalo. Un arcivescovo scese dal bastimento per capire perché quest' uomo saltava il vincastro ora da un lato, ora dall'altro.
Cosa fai, benedetto uomo ?
Prego Dio.
L'uomo non deve pregare così. Ti insegno io una preghiera.
Cominciò a insegnargli la preghiera « Padre Nostro ». L'arcivescovo leggeva, il pastore ripeteva dopo di lui. Convintosi che il pastore aveva già imparato la preghiera, l'arcivescovo s'incamminò verso il bastimento che presto salpò.
Rimasto solo, il pastore cominciò a dire la preghiera, ma si amareggiò perché non la ricordava. Si precipitò verso il mare.
Dopo poco l'arcivescovo sentì che c'era uno che lo chiamava e vide che il pastore camminava sulle onde.
Cosa vuoi, benedetto uomo ?
Padre santo, ho dimenticato la preghiera, voglio che tu me la insegni.
Torna sull'isola e sii contento della tua preghiera. Ciò che tu puoi fare, io non posso farlo.


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Durante un concilio venivano esaminate diverse questioni filosofiche. Si presentò anche un vecchio taciturno – rappresentante di una zona montuosa.
Molti dei presenti parlarono, espressero le loro opinioni. E il vecchio rimase sempre zitto.
Il concilio finì il proprio lavoro. I delegati si sparsero per la città. Il vecchio della montagna camminava con un confratello del congresso.
Perché non hai detto nulla almeno su una delle questioni esaminate ? – domandò il suo compagno di strada.
Non posso dire niente, non conosco la filosofia. So solo una cosa.
Prese un sasso in mano e lo strinse. Di sotto sgorgò dell'acqua e sopra comparve una fiamma.



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Un asino si vantava con un purosangue:
Sai quante icone di Gesù Cristo ho transportato ? – E scosse fieramente la testa.
A quanto vedo, non sei diventato un santo – rispose tranquillamente il cavallo – sei rimasto un asino.



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Uno studioso salì sulla barca di un marinaio per fare un viaggio in mare. Domandò al marinaio:
Sai qualcosa di matematica ? – Non ne so nulla. – Hai perso molto.
Sai qualcosa di astronomia ? – Non ne so nulla. – Hai perso molto.
Sai qualcosa di scienze naturali ? – Non ne so nulla. – Hai perso molto.
In quel momento si scatenò improvvisamente un temporale. Allora il barcaiuolo si rivolse allo studioso con le parole:
Sai nuotare ?
Non sono capace.
Hai perso tutto. Io con la mia ignoranza salverò la mia vita – la cosa più preziosa dell'uomo, mentre tu, con le tue nozioni perderai tutto.
Molti dei nostri contemporanei sanno infatti tutto, ma non sanno nuotare nel mare della vita.



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Un discepolo andò da un grande Maestro a pregarlo di spiegare che cosa fosse l'amore. Il Maestro rimase zitto, non gli rispose nulla, ma il discepolo perseverò. Nel corso dei dieci anni che frequentò il Maestro, fece sempre la stessa domanda in attesa di qualche risposta.
Il decimo anno, il Maestro che era un uomo sano e gagliardo, prese per mano il discepolo e lo condusse al fiume Gango, dove lo immerse nell'acqua. Il discepolo cominciò a soffocare, gli mancava l'aria, poi cominciò a dare calci e finalmente il Maestro lo tirò fuori.
Che cosa hai sentito mentre eri sotto l'acqua ?
Ho sentito che soffocavo, che perdevo conoscenza, che affondavo in profondità, che mi mancava l'aria.
Il Maestro gli rispose:
Se in qualche situazione nella tua vita sentirai di soffocare, di perdere conoscenza, che ti mancherà l'aria, allora capirai che cosa è l'amore.



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I ragni vennero a sapere che l'elefante doveva attraversare il loro regno. Si misero d'accordo per fermarlo, perché non li disturbasse. Decisero di tessere una ragnatela e di sbarrargli la strada. Si radunarono tutti i ragni e cominciarono a tessere con maestria.
Lavorarono incessantemente e quando la barricata fu pronta arrivò l'elefante. Egli oltrepassò la fortezza dei ragni. Quando gli domandarono che cosa avesse sentito, egli dimenò tranquillamente la coda e rispose:
Non ho sentito nulla.



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Un ricco americano morì e si incamminò subito verso il paradiso. Ma alla porta del paradiso lo accolse san Pietro e gli domandò:
Dove vai ?
In paradiso. Mentre ero sulla terra, ho fatto del bene e perciò devo andare in paradiso.
Che cosa hai fatto di bene?
Ho costruito una chiesa.
Cosa hai ricevuto in compenso?
Tutti i giornali hanno scritto di me.
Sei stato pagato. Che altro hai fatto?
Ho costruito una scuola.
Cosa hai ricevuto in compenso?
Le hanno dato il mio nome.
Sei stato pagato. Che altro?
Ho aiutato varie associazioni che mi hanno proclamato socio onorario.
Sei stato pagato. Indica del bene che hai fatto di cui nessuno è al corrente.
L'americano pensò un po' e disse:
Molti anni fa andavo in città per sbrigare delle faccende. Avevo fretta e una vedova mi pregò in continuazione di darle qualcosa. Alla fine, per sbarazzarmi di lei, le ho gettato un dollaro.
San Pietro disse:
Questo è un altro discorso. Domanderò a Dio cosa fare.
Andò da Dio e gli raccontò tutto.
Dopo averlo ascoltato, Dio disse:
Dagli due dollari e mandalo sulla terra.



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Papà, ho scoperto un brigante – disse un giovane turco a suo padre.
Portalo da me.
Non posso – rispose il figlio con dolore.
Ma perché ?
Perché non mi lascia libero.



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Un pittore illustre dipinse un bel ritratto in piedi. Un calzolaio visitò la mostra per vedere il ritratto. Guardandolo, scoperse uno sbaglio nelle scarpe e lo disse al pittore. Egli prese subito il pennello e corresse lo sbaglio. Il calzolaio si fece coraggio e cominciò a fare delle osservazioni al pittore sulla bocca, sul naso, sulle sopracciglia del ritratto. Allora il pittore gli disse:
Queste osservazioni sono inopportune. Per quanto riguarda le scarpe, avevi ragione, perché sei un bravo calzolaio, ma non puoi fare altre osservazioni.



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In un ristorante europeo si radunarono quattro persone di quattro nazioni: un francese, un inglese, un tedesco e un russo. Pranzando insieme, scorsero una cosa che volteggiava in l'aria.
Il francese si alzò, prese un giornale e cominciò a leggere che cosa c'era scritto a riguardo.
Il tedesco prese il suo capello e andò subito a vedere che cosa dicevano gli scienzati sulla questione. L'inglese tirò fuori il suo binocolo e cominciò a guardare che cosa volteggiava per l'aria.
Il russo, invece, si sdraiò supino e disse tranquillamente: « Queste sono delle aquile ».
Vediamo le quattro nazioni, ciascuna con la sua manifestazione specifica.



*** Durante la schiavitù turca (in Bulgaria), un pascià visitò un paese. I contadini lo accolsero molto bene. In segno di gratitudine, il pascià mandò a questo paese un elefante in regalo.
I contadini lo cibarono regolarmente tutto l'anno, ma il paese cominciò a divenire più povero. Ogni giorno dovevano dare all'elefante 50-60 chili di riso. Non sapevano cosa fare – l'elefante costava loro troppo.
Un bel giorno il pascià incontrò un contadino di questo paese e gli domandò:
Siete contenti dell'elefante ?
Ne siamo contenti.
Lo curate bene ?
Lo curiamo bene.
Se volete, posso darvi un altro elefante.
Sentite queste parole, il contadino si spaventò e fuggì via.



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Un bulgaro aveva una moglie molto ostinata che lo faceva soffrire tanto. Qualunque cosa le dicesse, faceva sempre il contrario.
Una volta, mentre sua moglie stava attingendo acqua dal pozzo, le disse:
Bada di non cadere nel pozzo.
Si buttò premeditatamente dentro e non ne uscì più. L'uomo cominciò a piangere, perché lo lasciò solo con parecchi figli. Dopo mezz'ora vide che dal pozzo esciva un diavolo, completamente bianco di capelli.
Dove vai ? Perché fuggi ?
Lascia perdere ! Mezz'ora fa è caduta nel pozzo una donna, che mi ha fatto soffrire molte pene – la testa mi è diventata tutta bianca.


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Tre giovani si innamorarono di una ragazza bella e intelligente e ciascuno di loro voleva sposarla. Per valutare il loro amore, la ragazza inventò il seguente esame: fece una barra di cartone che sembrava fatta d'acciaio, e ci piantò tre pugnali. Il pretendente doveva venire in bicicletta fino al « muro » e oltrepassarlo. Il giovane che lo avesse fatto avrebbe posseduto la bella ragazza.
Il primo pretendente si lanciò, ma arrivato al muro vide i tre pugnali affilati e indietreggiò subito:
Non voglio morire.
Il secondo pretendente si lanciò, ma arrivato al muro vide i tre pugnali affilati e pensò:
Cosa posso ricevere in compenso, se faccio questo sacrificio per la ragazza ? – Dopo aver pensato così, cominciò a desistere e indietreggiò.
Il terzo pretendente si lanciò senza pensare alle conseguenze.
Alla fine risultò che la barra e i pugnali erano di cartone. Il terzo pretendente oltrepassò il « muro » e guadagnò l'amore della bella ragazza.
Vistolo, gli altri pretendenti dissero:
Anche noi potevamo fare lo stesso.
Siate sempre coraggiosi e risoluti.



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Molti secoli fa in Cina viveva un filosofo di nome Ku. Sua moglie era una bella e brava massaia. Erano poveri, ma onesti.
Una volta la moglie gli disse:
Ecco, sono già dieci anni che viviamo insieme. Viviamo bene perché tu sei un uomo buono. Ma io sono stufa di vivere in miseria. Voglio vivere agiatamente e non pensare al domani. Ho incontrato un mercante ricco con cui potrò sposarmi, ma prima mi devi ridare la libertà.
Il filosofo apprezzò la sua sincerità e siccome non voleva trattenerla, le ridiede la libertà. Felice e contenta andò dal ricco mercante.
Allora la Cina attraversava un periodo di grande crisi politica. Si doveva eleggere un nuovo governatore. Il filosofo fu scelto a ricoprire questa alta carica poiché era un uomo intelligente, onesto e degno. Appena venuta a saperlo, la moglie andò da lui:
Ho commesso un grave errore quando ho deciso di separarmi da te. Puoi perdonare il mio sbaglio se torno qui di nuovo, a vivere tranquillamente con te ?
Il filosofo la guardò, pensò e invece di risponderle, prese una tazza, la riempì di nettare e la capovolse. Il nettare si versò sul pavimento. Il filosofo allora disse:
- Se riesci raccogliere il nettare dal pavimento, così puro, com'era nella tazza, potremo anche noi vivere tranquillamente come un tempo.